Il Salvatore che non salva nessuno

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          di Mauro Biolcati
Segretario Politico Nazionale di Sviluppo Italia
Tutti erano in trepida attesa del D.L.Ristori del Governo Draghi. Ebbene, la grande maggioranza che sostiene tale Governo, è stata capace di licenziare un decreto, decretino.
Alcuni giorni prima che venisse licenziato questo provvedimento, molti speravano altri auspicavano ma, alla fine ciò che ne è venuto fuori è, l’ennesima buffonata di un manipolo di incompetenti, capaci solo di mantenere salda la poltrona.
La moratoria sulle cartelle esattoriali è di fatto una pulizia dei magazzini dell’Agenzia Di Riscossione o peggio ancora dell’Agenzia delle Entrate.
La cancellazione delle suddette cartelle, anni 2000/2010, messe come sempre e rigorosamente a bilancio, con un trucco contabile da parte dei vari governi, non è altro che l’eliminazione di atti non più riscuotibili che in un qualche modo appesantiva il sistema fiscale. Questi atti venivano tenuti in vita per poterli inserire nei bilanci statali al fine di bilanciare il famoso patto di stabilità. Anche un imbecille lo poteva capire. Oggi, molti giornali così come le testate televisive, sfornano notizie relative all’ennesimo condono, cosa non vera. Quegli atti sono prescritti dalle norme vigenti e in molti casi inesigibili per svariati motivi. Quindi noi qui non stiamo parlando di un condono ma, di uno sfoltimento di pratiche ammuffite negli scaffali della pubblica amministrazione. Ora i solerti impiegati dell’Agenzia delle Entrate potranno concentrarsi meglio sulle pratiche più recenti se così possiamo definire. 
Le pratiche recenti partono dal 2010 sino ai giorni nostri. Già, alcune di queste, sono tecnicamente prescritte, se a monte non ci sono state delle ingiunzioni. Comunque sia, per un giro di partita, le somme accumulate in questi anni andranno abbondantemente a sopperire quelle eliminate, il famoso gioco delle tre carte. Il tutto serve a far quadrare il bilancio falso dello Stato Italiano che mai e poi mai, con queste regole potrà essere risanato.

Parliamo dei ristori
Anche qui, tutti erano in trepida attesa. Alla fine nemmeno il topolino è stato partorito. Possiamo parlare di un aborto di legge. I ristori non riusciranno a coprire le reali perdite dei danneggiati, gente che è stata costretta a chiudere a causa di provvedimenti governativi e non per elementi diversi come la crisi, fattore non condizionato ma, sopraggiunto le cui colpe sono da ricercare in altri ambiti.
A fronte dei provvedimenti governativi, decreti di chiusura forzata, il provvedimento appena licenziato riuscirà, nelle migliori ipotesi, a risarcire il 5% del fatturato perso.

Nella conferenza stampa del Capo del Governo, Mario Draghi, veniva annunciata un nuovo scostamento di bilancio, ennesima bufala.
Il fatto più grave è che il Governo oggi in carica è sostenuto da una folto gruppo di partiti, Lega, P.D., Forza Italia, 5 Stelle, alcuni della sinistra vedi LEU ed altri peones sparsi. Ebbene alcune forze politiche come la Lega e Forza Italia, quando erano all’opposizione, inveivano contro il Governo Conte incolpandolo di incapacità. Molte volte, alcuni rappresentanti di queste forze politiche, apparivano in televisione dicendo che, i provvedimenti assunti dalla compagine governativa in carica, erano insufficienti ed inconcludenti e che, le proteste del popolo erano sacrosante. Oggi, questi personaggi, dopo aver licenziato un provvedimento simile a quelli precedenti cosa devono dire? Che il popolo ha ragione di arrabbiarsi contro di loro, oppure, andranno a dire che meglio di così non si poteva fare. Nessuno di coloro che ora sostiene la maggioranza ha le idee chiare, solo Draghi sa cosa deve fare ossia distruggere quel poco di economia ancora in vita e, favorire le grandi multinazionali che guarda caso non pagano le tasse in Italia.
Questo è il disegno già discusso al World Economic Forum di Davos, dove i soliti potentati hanno deciso i destini dell’umanità.
Se questo è un Salvatore, tutti noi siamo degli imbecilli se ci crediamo. Eppure, i sondaggi danno in aumento alcuni partiti che oggi sostengono l’attuale esecutivo. Ci si chiede se questi sondaggi non siano manipolati. Domanda lecita per molti di noi.

Altri si domandano quali soluzioni si possano adottare per arginare tale emorragia?
Di soluzioni c’è ne sono; basta avere il coraggio di adottare dei provvedimenti atti a sostenere l’economia reale.
Quando tempo addietro, parlavo di Nota di Cambio, documento emesso direttamente dallo Stato, parlavo di una soluzione che gioverebbe al sistema Europeo e non solo all’Italia. Questa proposta è un punto di equilibrio tra l’Euro e l’economia stessa. La Nota di Cambio dovrebbe essere adottata da tutti i Paesi aderenti alla moneta unica, al fine di non disperdere i rapporti economici tra le Nazioni aderenti alla moneta unica. Certe soluzioni tipo C.C.F. le possiamo definire situazioni Kafkiane per certi aspetti già esistenti nella forma di una compensazione tra debiti e crediti tra imprese. Il guaio è che tale norma è vincolata al parere dell’Agenzia delle Entrate, l’Ente che può valutare tali compensazioni non corrette e quindi non autorizzabili.
In più, se le regole fiscali dovessero cambiare, tale idea verrebbe di fatto accantonata. La Nota di Cambio, utile a tutti i Paesi Europei, sarebbe un sistema di controllo interno atto a far sì che la moneta ufficiale abbia un sostegno per migliorare gli interscambi tra le economie esistenti nel Continente Europeo.

Qualcuno si domanderà se sono europeista. Per certi versi sì, per altri no. Sono europeista quando i vari Governi sostengono le economie reali, non lo sono quando le economie sono esclusivamente finanziarie.
Certo è che adottando la Nota di Cambio non potranno esistere nel Continente Europeo sistemi fiscali diversificati che di fatto, in alcuni casi, creano dei paradisi fiscali laddove si impone il rigore economico. Se vogliamo un’Europa unita non possiamo avere figli e figliastri, questa condizione porta la miseria per alcuni popoli e un finto benessere per altri.

L’Italia di cosa ha bisogno ora per risollevare la propria economia senza incidere sul debito pubblico?
Il coraggio. Il coraggio di azioni chiare e precise. Anche Cossiga si accorse che consigliare Draghi alla carica di Governatore della Banca D’Italia fu un grave errore; neppure la storia, che è maestra di vita, ha fatto capire che la scelta di nominare Draghi capo di un esecutivo zoppicante fosse quella giusta. I risultati sono questo D.L. denominato Ristori, ristori che sono delle vere e proprie miserie che non serviranno a nulla se non a dire e a sostenere le parole di Draghi durante il suo discorso alle Camere. Parole già anticipate da un altro Salvatore, Mari Monti, a sua volta, riprese da un articolo di Giavazzi: non bisogna sostenere le imprese zombi.
Quelle parole suonavano a favore delle multinazionali e non certo per la causa dell’economia reale fondate sulle piccole imprese, quella che ha reso grande l’Italia così come l’Europa negli anni passati.
La distruzione dell’economia reale inizia da molto lontano. 1981. Andreatta e Ciampi, oramai passati a miglior vita ne sanno qualcosa così come Mario Draghi e tutti coloro che hanno sposato il neoliberismo economico che nulla ha a che fare con l’economia reale.
Se noi non assumiamo provvedimenti forti e concreti, ci troveremo molto presto a dover combattere contro lo spettro della fame. Se sono vere le notizie che circolano tra gli ambienti economici, alcuni potentati stanno facendo incetta di grandi aree, sparse nei vari continenti della terra, al fine di produrre prodotti atti al nuovo cammino ecologico, un elemento dettato dall’agenda finanziaria. Tutto ciò serve per coprire la nuova bolla finanziaria che sta per esplodere. La storia che è maestra di vita ci insegna a partire dalle crisi precedenti, tutte rigorosamente finanziarie.

E i politici che ci governano cosa stanno facendo? Nulla.
Nulla perché incompetenti e collusi col sistema in essere. Il dramma è la sofferenza continua e perpetua del popolo.  Attenzione, però, ogni medaglia ha il suo rovescio e anche qui la storia è maestra di vita. Le rivoluzioni nascono per svariati motivi, quello più frequente è la fame, quando un popolo ha fame non c’è esercito che possa fermarlo.

Tutte le teorie economiche sino ad oggi sostenute hanno miseramente fallito. Quale il motivo? Il debito perpetuo.
Tutti parlano del debito pubblico. Un elemento in costante aumento anche quando il popolo viene sottomesso alle manovre denominate “lacrime e sangue”. Se prendiamo ad esempio il Governo Amato del 1992, potremmo osservare che a fronte di una manovra fiscale assurda e restrittiva, il debito pubblico nel tempo aumentò in maniera smisurata, così come applicando i tagli alla sanità e ad altri settori del servizio pubblico. Tutti i Governi post 1992 hanno seguito la linea della privatizzazione dei settori pubblici e l’aumento costante della pressione fiscale; il tutto veniva sbandierato per diminuire il debito pubblico, ebbene, dopo aver smontato pezzo per pezzo il sistema sociale e quello economico, il debito pubblico è sempre aumentato. Perché succede questo? La risposta è semplice: debito perenne o perpetuo voluto dalla Gerontocrazia Finanziaria. Con il debito perenne ottengono il predominio sui popoli.
La Nostra Costituzione o meglio la Costituzione del 1 Gennaio 1948 vieta il debito perpetuo. Qualcuno tentò negli anni novanta di introdurlo nel segmento del commercio. L’idea era quella di far acquistare un bene con una rata bassissima che si allungava nel tempo senza una scadenza fissa. Questo tentativo fu bloccato perché definito anticostituzionale, e allora perché permettiamo che il debito pubblico sia sempre in aumento divenendo perpetuo?
Semplice. La schiavitù è alle porte e per far sì che questo avvenga bisogna uccidere l’economia reale.
Se tutti noi non capiamo la gravità della situazione e non iniziamo ad assumere degli anticorpi saremo in un futuro molto prossimo destinati alla schiavitù perpetua. Io non ci sto. E voi cosa volete realmente fare?

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Associazione Articolo Tre

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