Sanzioni boomerang contro missili ipersonici

"Andrà tutto bene" sventolava da tanti balconi durante le fasi cruciali della psico-pandemia per infondere speranza nei cittadini psicologicamente provati dal lockdown e dal sibilo delle sirene. Non aveva nemmeno terminato di smaltire lo stress da arma biologica che scoppia una guerra in piena regola. Come in un montaggio hollywoodiano, la “guerra al Covid” sfuma sulla “guerra all’Ucraina” e, senza che lo spettatore nemmeno si accorgesse dello stacco, passa dalla mascherina alla bandierina sostituendo Putin al Coronavirus come nemico pubblico numero uno.

Tempo di lettura: 6 minutes

 

Il tutto contornato da un livello di disinformazione anche peggiore persino rispetto al periodo pandemico, perché in ambito bellico non c’è nemmeno quel simulacro della “scienza” imposto dalle viro-star a limitare la propaganda, la quale, fin da subito ha imperversato per creare una realtà parallela in cui videogiochi e immagini riciclate da altri tempi e luoghi, sono stati sdoganati come eventi della guerra in corso, spesso invertendo completamente la lettura dei fatti (la vittima diventava carnefice).

Credo sia evidente ai più che il conflitto in atto non veda contrapposti Russia ed Ucraina, ma Russia e Nato sulla pelle viva degli ucraini. Nonostante la loro ottima preparazione e gli armamenti NATO, le milizie ucraine non hanno nessuna possibilità di vincere sul campo, soprattutto i terribili battaglioni filo-nazisti che, seppur armati di tutto punto, sono un’accozzaglia di giovani esaltati privi di affiatamento, spesso mercenari stranieri.

Contemporaneamente l’occidente è convinto di poter mettere in difficoltà la Russia, impegnata sul campo di battaglia, sfoggiando l’intero armamentario di sanzioni economiche che potremmo riassumere in:

  1. Pressione sulle aziende occidentali presenti in Russia per lasciare le loro attività russe.
  2. Escludere 7 banche russe dal sistema di pagamenti interbancari internazionale SWIFT
  3. Congelate le riserve estere della banca centrale russa in modo da bloccarne i pagamenti in valuta.
  4. Bloccare i conti esteri di politici e deputati (ma anche quelli di semplici cittadini) russi residenti all’estero e persino di occidentali sposati a cittadini russi.
  5. Bloccare l’export verso la Russia di numerosi beni per la gioia dei nostri imprenditori.
  6. Chiudere lo spazio aereo civile costringendo le compagnie aree ad allungare le rotte per aggirare l’enorme territorio della Federazione Russa, con un consistente aggravio dei costi per carburante.
  7. Applicare tagli all’importazione di petrolio e carbone.

Si è raggiunta addirittura la farsa di impedire l’insegnamento di autori russi o ai gatti russi di partecipare a contest felini. Una evidente zampata mortale alla sovranità della Russia.

Ignorando le idiozie, l’idea era probabilmente quella di causare uno shock economico alla Russia e demolirne la sua valuta in un momento in cui il paese è impegnato in un grande sforzo militare.

I paesi del G7, escluso l’Ungheria hanno aderito a queste sanzioni come se si trattasse di un gioco da tavolo, senza alcuna preparazione, mentre i paesi al di fuori della NATO, inclusa la Turchia che ne fa parte, hanno deciso di non seguire la follia sanzionatoria. Alla Federazione Russa basta quindi voltare lo sguardo verso est per trovare un mercato di oltre 3 miliardi di persone pronte ad acquistare l’energia e le materie prime snobbate dagli europei, che evidentemente pensano di riscaldarsi e mandare avanti la propria economia con i buoni propositi.

Il blocco dei flussi commerciali impone enormi costi ai partner occidentali ed anche ai privati, e la confisca sfacciata dei beni ai russi facoltosi (oligarchi) spegne definitivamente l’illusione che l’occidente sia un posto sicuro in cui parcheggiare i propri averi. Si intendeva forse aizzarli contro il presidente russo per la sua decisione di svincolarsi dalla morsa occidentale?
Quello che invece l’iniziativa manda, è un segnale ferale a tutti gli investitori del mondo: fate attenzione a lasciare i vostri soldi nelle banche occidentali e i vostri beni nei nostri paesi, perché potranno essere sequestrati in qualsiasi momento. Peraltro questo segnale dovrebbe allarmare anche i cittadini europei.
È chiaro che l’Unione Europea non considera i propri interessi come prioritari.

Analogamente, sul piano privato, l’occidente ha sequestrato i beni degli oligarchi residenti all’estero. Se da una parte intendeva forse aizzarli contro il presidente russo per la sua decisione di svincolarsi dalla morsa occidentale, dall’altra manda un segnale ferale a tutti gli investitori del mondo: fate attenzione a lasciare i vostri soldi nelle banche occidentali e i vostri beni nei nostri paesi, perché potranno essere sequestrati in qualsiasi momento.

Riguardo alla chiusura delle aziende occidentali, la Russia ha richiesto di continuare a pagare gli stipendi ai lavoratori o avrebbe preso possesso delle attività. Detto, fatto. Col solo cambio di una lettera, Ikea è diventata un’Idea (in russo come in italiano) per mantenere aperti i negozi senza perdere nemmeno un giorno.

 

Analoga operazione effettuata per gli oltre 800 punti vendita Mc Donald, in cui è bastato ruotare il famoso logo di 90 gradi per intestare l’attività a Zio Vania (“дядя ваня”) nota opera di Cechov, ingentilendo il chiassoso fast-food USA con un tocco di cultura; un chiaro elemento differenziante i russi dai precedenti proprietari. A mio avviso, queste mosse avrebbero dovuto essere sufficienti per capire che con questi non c’è partita, in ambito economico come in quello militare, e mettersi dunque il cuore in pace. Lavorare per la pace, negoziando al più presto nuovi accordi commerciali avrebbe dovuto essere il nostro vero obiettivo. Invece no, abbiamo preferito dichiarare loro guerra inviando armi al contendente.

Nel suo totale asservimento atlantico, anche il governo italiano mette a repentaglio le attività dell’ENI, costretta a cedere a sconto la partecipazione paritaria con Gazprom, la prima compagnia energetica russa.
I cinesi ringraziano

Per quanto riguarda i sistemi di pagamento, erano da tempo iniziati i lavori per integrare il sistema bancario russo con quello cinese (il CIPS), integrazione che ridurrebbe moltissimo gli effetti del blocco del circuito occidentale SWIFT. Analogamente per le carte di pagamento, dopo che Visa e MasterCard hanno manifestato l’intenzione di sospendere le operazioni in Russia, Sberbank, la più importante banca russa, ha annunciato che inizierà ad emettere carte tramite la cinese UnionPay.

In aggiunta, il blocco delle riserve in valuta della banca centrale russa (depositati in conti di banche russe all’estero) impedisce alla Russia di utilizzare i propri dollari per regolare i debiti esteri, in particolare le obbligazioni in scadenza il 31 marzo e il 4 aprile per 86,5 milioni e 2 miliardi di dollari rispettivamente, contrattualmente pagabili solo in valuta. Di fatto significa che le recenti forniture di gas e il petrolio pagati con quella valuta sono stati consegnati sostanzialmente a titolo gratuito, poiché i pagamenti non possono essere fruiti dalla Russia.

Con questo l’occidente probabilmente spera in un default tecnico. Putin però ha già comunicato che pagherà il dovuto in rubli e, mossa ancora più astuta, richiede ai paesi ostili di pagare anche le forniture energetiche in rubli. Un’idea alquanto efficace, poiché, se non trovi i rubli sul mercato, ti devi rivolgere alla banca centrale, che quindi riceverebbe direttamente in Russia la valuta estera necessaria, al sicuro da possibili sequestri.
La banca vaticana è stata i primi ad acquistare rubli per pagare il gas, per l’ammontare di 10 milioni di euro.

Questa mossa limita significativamente l’efficacia delle sanzioni e riduce il dominio del dollaro, utilizzato quasi tutte le transazioni internazionale, in particolare per gli acquisti di energia e rafforza la stabilità finanziaria ed economica della Russia. La Russia ha dunque compreso appieno che un governo che controlla la propria banca centrale non può fallire. e potrà sempre far fronte ai danni causati dalle sanzioni.

 

 

In ogni caso, il massiccio acquisto di rubli concorre all’apprezzamento della valuta nazionale che infatti ha ridotto le sue perdite, seguite all’invasione dell’Ucraina, apprezzandosi di un buon 30% negli ultimi giorni (grafico “Andamento cambio euro-rublo”).

La mazzata definitiva, vero armagheddon finanziario, è però l’aggancio del rublo all’oro a prezzo di 5 mila rubli al grammo. A questo punto la moneta russa non è solo collegata a tasso variabile alle risorse vitali dell’economia, ma addirittura a cambio fisso con l’oro, rendendola un ottimo candidato a diventare una nuova valuta di riserva che si rafforzerà sempre più nei portafogli di tutti i più importanti investitori del mondo.

L’insieme delle risposte della Russia alle sanzioni occidentali ha contribuito a calmare le turbolenze finanziarie e, oltre il recupero del valore del rublo, la borsa chiusa da giorni per limitare i danni di guerra, ha riaperto con un ampio margine positivo.

Andamento cambio euro-rublo

La risposta della Russia alle sanzioni occidentali semplicemente decreta la fine del mondo organizzato intorno alla supremazia del dollaro e al dominio della finanza globale. Mentre il main-stream parla di default della Russia, con la possibile riduzione delle forniture del gas e l’aumento esponenziale dei prezzi, a fare default sarà l’EU, in particolare i paesi manifatturieri Germania e Italia in primis.

Per quel che ci riguarda direttamente, vedo da un lato le pressioni della Casa Bianca, dall’altro le concrete necessità economica dell’Unione Europea, in mezzo i 27 paesi che, ancora una volta, non si mettono d’accordo sul da farsi; non tutti Infatti sembrano allinearsi nel tagliare i ponti con la Russia soprattutto se di mezzo c’è l’energia vitale per le imprese.

In conclusione tutto farebbe pensare che una guerra economica ci sia effettivamente…ma non alla Russia…piuttosto all’Europa per tramite della Russia.

 

Zio Vania

 

Commenta per primo

Lascia un commento