Johnson & Johnson condannati definitivamente per i suoi talchi

La Johnson & Johnson condannata per i suoi talchi nocivi all'amianto che hanno causato tumori alle ovaie.

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di Redazione.
 
Cancro: Johnson & Johnson condannati definitivamente per i suoi talchi. L’azienda farmaceutica statunitense pagherà 2,1 miliardi di dollari di danni per la vendita del suo talco, accusato di contenere amianto che avrebbe causato il cancro alle ovaie.

A proposito della serietà ed eticità dell’operato di “Big Pharma” allego il seguente articolo, tratto da Le Monde, quasi completamente ignorato dall’informazione nostrana.

La Corte Suprema degli Stati Uniti ha rifiutato, martedì 1 giugno, di accogliere un ricorso del gruppo farmaceutico americano Johnson & Johnson, convalidando di fatto la sua condanna al risarcimento di 2,1 miliardi di dollari per la vendita del suo talco, accusato di aver causato cancro.

Secondo la consuetudine, la più alta corte americana non ha motivato la sua decisione, che pone fine ad anni di procedimenti e potrebbe avere un impatto su altre class action. L’azienda di prodotti per l’igiene è stata oggetto di migliaia di denunce negli ultimi anni, accusando il suo borotalco di contenere amianto e di provocare il cancro alle ovaie.

L’azienda farmaceutica è stata condannata più volte, in particolare nel 2018 da una giuria che ha consolidato diversi casi e l’ha condannata a pagare 4,7 miliardi di dollari di danni a ventidue querelanti. Nel giugno 2020, una corte d’appello del Missouri ha ridotto tale importo, stabilendo che alcuni querelanti, estranei allo stato in questione, non avrebbero dovuto essere inclusi nella causa. Ma sentiva che il gruppo aveva “venduto consapevolmente prodotti
contenenti amianto ai consumatori”, provocando una forte “angoscia fisica, mentale ed emotiva”.

Ritirato dalla vendita negli Stati Uniti e in Canada, Johnson & Johnson ha quindi fatto appello alla Corte Suprema del Missouri, che ha rifiutato di accoglierla, e poi alla più alta corte del paese, che ha fatto lo stesso martedì. Il gruppo aveva sostenuto che l’azione collettiva, compresi i querelanti di altri stati, violava i suoi diritti e contestava l’importo ritenuto punitivo delle somme assegnate.

La sentenza della Corte Suprema “lascia importanti questioni legali che continueranno ad essere affrontate dai tribunali statali e federali”, ha affermato la società martedì. Non è correlato alla “sicurezza del prodotto”, hanno insistito Johnson & Johnson. Pur continuando a proclamare la propria innocenza, l’azienda aveva comunque smesso, nel maggio 2020, di vendere questa polvere a base di talco negli Stati Uniti e in Canada, paesi in cui le vendite sono diminuite a causa del cambiamento delle abitudini e della sfiducia nei confronti del prodotto.
 
 

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