Denaro e manipolazione come le élite manovrano i popoli

Il peso del denaro, del profitto, nella nostra storia recente, e passata, per capire la manipolazione costante e continua che le élite praticano sui paesi, sui popoli. Ragionare per opporsi alla schiavitù

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di Mauro Biolcati.

Come sempre, qualcuno arriva, promette, illude, infonde delle speranze che non ci sono, diventa l’uomo della provvidenza e così via. Parla e si sconfessa, non mantiene la parola data e, nel contempo il popolo è allo stremo. Con un atto d’imperio, abolisce di fatto la Carta Costituzionale.Una Carta, quella della Costituzione, che, dal dopoguerra sino ai giorni nostri ci ha permesso di vivere e, in alcuni anni di essere una Nazione partecipe dell’economia mondiale. Oggi chi siede in Parlamento non sa. Pensano solo ed esclusivamente di mantenere lo scranno parlamentare. Ogni decisione presa è futile per gli interessi del popolo.

Dopo anni di soprusi e di una continua violazione della Costituzione, ci troviamo oggi a dover combattere un Virus con delle armi spuntate, o peggio ancora, con l’incapacità della ragione. Quanti tagli sono stati perpetrati nei confronti del sistema sanitario e non solo, nel sociale, negli investimenti strutturali, il tutto per aver sottoscritto dei trattati criminali. L’austerità per anni è stata una parola d’ordine, oggi ne paghiamo le conseguenze. Se al posto del Coronavirus ci fosse stata una epidemia diarreica l’Italia sarebbe un Paese pieno di merda. Ma, il letame non è solo sanitario è soprattutto economico.

Nell’era odierna, più delle volte non sono i Governi degli Stati Sovrani a dettare le regole del gioco, bensì dei gruppi di potere ben definiti, come ad esempio Event 201. Questi soggetti hanno creato degli Stati non Stati, i quali, detenendo la forza del denaro, hanno sottomesso milioni di individui al loro criminale volere. Ridurre il cittadino al rango di suddito se non peggio, renderlo schiavo di un sistema criminale.

Il Denaro, un tempo concepito per facilitare gli scambi tra i vari soggetti oggi, viene utilizzato per sottomette i popoli del pianeta cioè: DENARO=MORTE..

Usare il potere economico per schiavizzare intere popolazioni, è e resterà sempre un crimine contro l’umanità. Forzare dei Governanti, collusi e corrotti, a sottoscrivere trattati, dove vengono vendute le varie sovranità, è un crimine contro l’umanità.
Imporre logiche di mercato e, strumenti di tassazione; o condizioni salariali sempre più ristretti, rendono di fatto i lavoratori schiavi e succubi di un regime criminale dedito solo al mero profitto.

Per Malthus, chi non aveva una propria ricchezza e non poteva vendere il proprio lavoro, per poter vivere, doveva emigrare. Se questo soggetto restava nella propria Nazione, sarebbe diventato un peso per la collettività. Oggi in Italia accade la medesima cosa. Molti giovani sono costretti ad emigrare, la famosa ” fuga dei cervelli”, poi per una serie di fattori, vedi salari più dignitosi, il ritorno in Patria diventa un non ritorno. Una voragine che nel tempo sarà sempre più ampia.

Sempre per Malthus, come per Ricardo, non bisognava dire ai poveri che avevano dei diritti, quello principale di vivere. Perché? Perché se quei semplici cittadini fossero stati eruditi, avrebbero protestato per invocare i propri diritti. Per cui, se volevano avere dei diritti, se li dovevano conquistare sul mercato. Il diritto di vivere, più delle volte interferiscono con l’economia, guarda caso quello che sta succedendo oggi in Italia. Un soggetto con dei problemi, rappresenta una scocciatura per le istituzioni e per la società. E’ meglio spendere dei denari per chi ne ha già, perché è sicuro di un ritorno economico. Il povero è solo una spesa, la quale fa aumentare le tasse a chi ha già un reddito, questa situazione, paradossalmente fa aumentare i conflitti sociali, perciò, i poveri sono un problema di difficile soluzione.

Oggi, la grande finanza ha ucciso il diritto di sussistenza post lavoro “pensioni”, il profitto ha la precedenza su tutto e su tutti. Si pensa che Prodi, con l’aiuto delle parti sociali, instaurò le pensioni integrative, uno dei più grandi furti perpetrati nei confronti dei lavoratori. Non godere più dell’indennità di fine rapporto. Quel gruzzolo, accumulato in anni lavorativi è servito a molti a pagare un fondo o un’assicurazione, il tutto per potersi garantire un minimo di pensione. Nel contempo, per legge, sia i lavoratori che le aziende, sono costrette a pagare un ente statale “I.N.P.S.”, il quale a sua volta, nel tempo, non riuscirà a garantire le pensioni future.

Con la politica delle privatizzazioni, e con la logica del profitto, si sono costruite grandi vie di comunicazione, sempre con soldi pubblici. In un primo momento furono smantellate le linee tranviarie, oggi tanto invocate e ripristinate, sempre con fondi statali, “Tasse”. Inoltre, in molte aree metropolitane, si sono favorite le grandi periferie, al cui interno sono nati centri commerciali come funghi, una consolidata prassi per spopolare i centri storici, dove sono stati ubicati gli uffici pubblici e centri di servizi come: anagrafe, tribunali, questure, servizi per gli utenti, gas, luce, acqua e così via.

Cosicché, il cittadino si deve spostare dalla periferia al centro, più delle volte è costretto ad usare l’automobile perché il servizio dei mezzi pubblici è scadente. Quando arriva in centro, essendo questo zona a traffico limitato, deve pagare una tassa, anche i parcheggi sono a pagamento, “strisce blu”, quindi il cittadino è costretto a versare delle tasse contro la sua volontà. Tutte queste politiche sono state ben pianificate a tavolino, da una parte politici compiacenti, dall’altra pseudo industriali privi di scrupolo, una sorta di cupola che, difende gli interessi di pochi a discapito dei molti.

L’esempio più eclatante, che mi affiora alla mente, riguardante le “distorsioni di mercato”, che pochi hanno affrontato in termini di raffronto, sono le economie industriali storiche. Il tutto ha un inizio. L’industrializzazione americana, rafforzata dalla madre Inghilterra, hanno nei secoli manipolato i mercati mondiali. Da queste due nazioni, o meglio continenti economici, ebbe inizio quello che oggi si chiama globalizzazione del mercato. In principio, l’economia americana, ebbe un grosso sviluppo con la produzione tessile, volano e traino degli interessi d’allora.

Il cotone, questa materia costava molto poco, però, per essere a buon mercato, fu sterminata la popolazione indigena di allora, poi, una volta esaurita, furono introdotti gli schiavi, importati dal continente Africano. Una pratica per certi versi ancor oggi in voga, soprattutto nelle aree sottosviluppate, dove la necessità di vita, costringe le popolazioni del luogo, ad accettare condizioni di lavoro disumane. Eppure, i grandi del mondo, stringono accordi economici con governi di queste nazioni, il tutto nel nome del benessere, tradotto “profitto”.

Un profitto sporco di sangue, tanto quanto i diamanti. Merce proveniente da quei paesi che li usano per acquistare armi. Per estrarli usano vecchi, bambini, donne che sistematicamente sono ridotti allo stato di meri schiavi. Poi, nella parte del mondo, chiamato progredito, vengono acquistati con molta disinvoltura. Tutto come accadeva in America nel periodo delle grandi piantagioni di cotone.

Anche altre nazioni che avevano tra le loro risorse il cotone, provarono una propria rivoluzione industriale, ma non riuscirono ad andare molto lontano, vedi l’Egitto, terra di conquista  inglese. I quali mal sopportavano la concorrenza nel Mediterraneo orientale, risultato; niente rivoluzione industriale egiziana. La stessa sorte toccò al Bengala. Uno dei primi territori colonizzati della Gran Bretagna. Il colonizzatore Robert Clive, parlava di Dacca come un vero paradiso, paragonabile a Londra, non per niente venne battezzata “la Manchster dell’India”. Era una città ricca e popolosa, la sua industria agricola era di ottima qualità, il livello produttivo era paragonabile a quello inglese, sembrava il volto buono del colonialismo, però, se guardiamo Dacca oggi è il simbolo del disastro totale.

Questo perché, gli inglesi depredarono e distrussero quel paese, come fanno oggi le riforme strutturali imposte  dalla B.C.E. e dal F.M.I., i quali espongono il terzo mondo e non solo alla penetrazione e controllo straniero. Certi aumenti del P.I.L. di alcuni paesi sembrano ingiustificati, visto il tenore delle popolazioni del luogo. Molte multinazionali sono in continua ricerca di nuovi orizzonti produttivi. Corrompono i governanti del momento e chi tenta di sbarrare la loro strada, vengono eliminati e riducono alla schiavitù intere popolazioni. Nemmeno noi italiani siamo immuni a questo futuro status. Se negli Stati Uniti fu fatta una guerra per il controllo del cotone, il petrolio del XIX secolo, noi oggi subiamo il predominio del petrolio, “l’oro nero”.

Questo prodotto è il centro dell’economia mondiale, non solo quella industriale ma anche quella finanziaria. I detentori di questo potere, si arrogano sistematicamente e quotidianamente di calmierare l’economia mondiale, e per fare ciò hanno creato il cartello delle compagnie petrolifere, chi, come accade in passato, vedi Mattei, mette in discussione il clan, viene eliminato.

Se il prezzo del petrolio fosse nel reale mercato libero, il suo prezzo sarebbe diverso, più basso, e quindi i costi e la circolazione sarebbero meno onerosi. I governi centrali. sapendo che il cittadino è costretto all’utilizzo dei propri mezzi, incide sul prodotto finale con delle tasse “accise”, le quali determinano i costi di produzione, il guaio, se così lo possiamo chiamare, è che queste imposte vengano a loro volta dirottate verso coloro che detengono il comando dell’economia, le multinazionali, coloro che inneggiano al libero mercato e che poi usufruiscono degli aiuti statali.

Il senso e il controsenso del libero mercato, difatti, codeste società se così le possiamo chiamare. perché se vogliamo essere benevoli, le potremmo chiamare ” avvoltoi o mangiatori di carogne”. Queste multinazionali possiedono pacchetti azionari di maggioranza nelle più svariate società, che vanno dai trasporti pubblici, alla gestione delle strade e dell’acqua, alla produzione dei beni di consumo, primario e secondario, dalla finanza creativa, alle banche, alla tecnologia avanzata, in poche parole a tutto ciò che genera profitto. Poco importa se poi qualcuno parla di conflitto d’interessi. Se questi detentori del denaro riescono a finanziare le varie campagne elettorali, il conflitto svanisce nel nulla. Nella storia, anche recente, qualcuno ha cercato di mettere il bastone tra le ruote di costoro, alcuni sono stati eliminati, altri sono stati inquisiti, poi, a distanza di anni assolti.

Utopico sarà: eliminare l’eccesso di potere e di ricchezza, se questo avvenisse, si potrebbe eliminare qualsiasi forma di schiavitù, però, fino a che, una minoranza deterrà la gran parte delle ricchezze del nostro pianeta, questo non potrà accadere, l’utopia resterà tale.

Fine prima parte.

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Associazione Articolo Tre

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